Malata da tempo, mercoledì 13 aprile, a 87 anni è venuta a mancare Letizia Battaglia, notissima e brava fotografa e fotoreporter che conobbi nel periodo in cui scrivevo per il L’Ora (dal 1977 al 1991, anno di chiusura del quotidiano di Piazzetta Napoli).
Persona gentile, sempre sorridente, la incontravo in redazione o per le scale con l’immancabile macchina fotografica e a volte in Via Stabile, angolo Via Salvatore Meccio dove, credo, avesse sede l’Agenzia “Informazione fotografica” col giovane fotografo Franco Zecchin, agenzia dove spesso era possibile incontrare i fotografi Josef Koudelka, cecoslovacco e il mio conterraneo bagherese, Ferdinando Scianna. Attraverso le sue belle foto in bianco e nero, la Battaglia sapeva immortalare miserie e splendori della sua Palermo: definita “la fotografa della mafia”, la Battaglia aveva immortalato l’omicidio di Piersanti Mattarella e del giudice Cesare Terranova, ma anche quartieri, feste, sorrisi e sguardi di bimbi e donne. Numerose le sue mostre oltre che in Italia, anche in Francia, Svizzera, Brasile, America. Negli anni ’80 crea il “Laboratorio d’IF” che educa nuovi fotoreporter palermitani come la figlia Shobba, Mike Palazzotto e Salvo Fundarotto, scomparso nel 2011. La Battaglia, inoltre, è stata la prima donna europea che nel 1985 ricevette a New York, il “Premio Eugene Smith” ex aequo con l’americana Donna Ferrato, che ricorda il fotografo di “Life”. Attualmente una fila ordinata di gente commossa ha accolto il feretro di Letizia Battaglia, nell’atrio di Palazzo delle Aquile a Palermo, alla presenza del sindaco Leoluca Orlando. La salma della Battaglia sarà trasferita, poi, in Calabria dove verrà cremata.
Franco Verruso
Com. Stam./foto